Teresa Giannico (Bari, 1985) vive e lavora a Milano.
Laureata in Arti Figurative presso l’Accademia di Belle Arti di Bari, si specializza in Disegno e Pittura maturando tuttavia un forte interesse per la scenografia e il teatro e avvicinandosi a poco a poco alla fotografia. Nel 2012 si trasferisce a Milano e frequenta il Master in Photography and Visual Design presso NABA (Nuova Accademia delle Belle Arti) e lavora come assistente dei fotografi Paolo Ventura e Toni Thorimbert. Dopo la partecipazione a Plat(t)form 2015 presso il Fotomuseum di Winterthur (Svizzera) è chiamata ad esporre il suo lavoro in occasione di Fotopub Festival a Novo Mesto (Slovenia) e Circulation(s) (Parigi, 2016). Nel 2015 è finalista al Premio Francesco Fabbri con la serie di opere intitolata Lay Out e nel 2016 espone quest’ultima nella mostra collettiva Sulla Nuova Fotografia Italiana (Viasaterna, Milano). Nel 2018 è selezionata tra i fotografi di Futures, piattaforma per la fotografia curata da Camera, ed espone ad Unseen (Amsterdam) e a Camera (Torino). E’ artista in residenza per il progetto Casino Palermo (Viasaterna, Palermo, giugno – luglio 2018) e successivamente partecipa all’omonima mostra collettiva negli spazi milanesi della galleria (ottobre-dicembre 2018) a cui segue la prima personale Kaleidos in Viasaterna (gennaio 2019) e le mostre collettive Erosioni presso Fundaciò Enric
Miralles (Barcellona, 2019), Sguardo Lucido presso Fotohof (Salisburgo, 2019) e Photo Israel (Tel Aviv, 2019) e per il Premio Cairo (Milano, 2019).
La ricerca di Teresa Giannico infonde le origini in un progetto di indagine, interrogazione dello spazio, scultura e fotografia. L’artista opera con un
processo di ricostruzione della realtà frutto di una serie di passaggi, con stratificazioni e accumuli di immagini da internet, poi montate su cartoncini e
disposte in un diorama che viene ri-fotografato e ristampato in piccole e grandi dimensioni.
La composizione del risultato segue solo la necessità di giustapposizione di entità diverse, creando livelli distinti di lettura e percezione. È una macchina illusionistica che racconta la storia dei suoi elementi insieme al loro dialogo, all’interazione plastica ed al loro equilibrio precario.
Le ambientazioni sono il risultato di un paesaggio immaginato, nutrito da piccole tracce e memorie di entità che ne costituiscono il corpo; il lavoro attraverso il disegno diventa nuova realtà sospesa.